ARGOMENTA

Rituale delle Kalende▪None▪Idi





Queste festività devono essere celebrate all'alba. Se ciò non è possibile, prima di mezzogiorno. Se la vita moderna con i suoi condizionamenti ce lo impedisce, in extremis si celebri prima del tramonto. Nessuna attività sessuale è consentita prima del rito ed è meglio mantenere un regime alimentare limitato.
Con animo puro e cuore libero da ogni influenza negativa ci si avvicina all'altare, dopo aver lavato ritualmente le mani recitando:

"HAEC AQUA A CORPORE IMPURITATES MODO SIMILE PLUMBO MUTANDO AD AURUM ELLUAT, PURGA MENTEM, PURGA CARNEM, PURGA ANIMUM. ITA EST!"

Bisogna essere puliti ed è consigliabile indossare una tunica bianca. Il capo deve essere assolutamente coperto da un candido velo (Capite Velato), solo così ci si può rivolgere agli Dei.
Ci si concentri prima di iniziare a recitare le preghiere, e si bruci un incenso preliminare nel turibulum per purificare l'ambiente.
Dunque, rivolto a nord, il Paterfamilias invochi con rispetto e timore reverenziale:

"SALVE IANE PATER MATUTINE (si faccia l'adoratio). ADIMITTE ME (porti la mano destra al cuore) CORAM NUMINA LUCENTIA."

Si bruci quindi l'incenso al Dio degli Inizi e delle porte che aprirà il percorso tra il mondo dei mortali e quello degli Dei.
Il Paterfamilias rivolto a nordest:

(in caso delle Kalende)
"SALVE IUNO REGINA (adoratio) TE PRECOR QUAESOQUE UTI DIES MIHI (si porti la mano al cuore) DOMO FAMILIAE NOSTRAE FIRMITATEM AC FELICITATEM IN OPERE NOSTRO."

O Giunone Regina, ti prego e supplico di donare a me e alla casa della nostra famiglia stabilità e prosperità nel nostro lavoro.

(in caso delle None)
"IUNO COVELLA (adoratio) SIVO QUO ALIO NOMINE TE APPELARE VOLUERIS, TE PRECOR QUAESOQUE UTI DIES MIHI (mano al cuore) DOMO FAMILIAE NOSTRAE BONAM SALUTEM ET FELICITATEM IN OPERE NOSTRO."
O Giunone Covella, o se tu vorrai essere chiamata con qualche altro nome, ti prego e supplico di donare a me e alla casa della nostra famiglia buona salute e prosperità nel nostro lavoro.

(in caso delle Idi)
"IUPPITER OPTIME MAXIME PATER (adoratio) OMNIPOTENS REX DEORUM HOMINUMQUE SIVE QUO ALIO NOMINE APPELARI VOLUERIS, SI PIETATE MEREOR DA MIHI (mano al cuore) DOMO FAMILIAE NOSTRAE PROSPERITATEM FELICITATEM OPERE NOSTRO."
O Giove Ottimo (il più buono) Massimo (il più grande), padre onnipotente, re degli dei, o se vorrai essere chiamato con qualche altro nome, se sono degno della (tua) benevolenza, dona a me e alla casa della nostra famiglia prosperità e fortuna nel nostro lavoro.

"ITA EST!" 
Così sia.

Si offra quindi dell'incenso alla Regina o al Re degli Dei.
Il Paterfamilias poi rivolgendosi a est:

"SALVE__________ (si pronunci il nome del Dio della famiglia e si compi l'adoratio). TE PRECOR UTI SIES VOLENS MIHI (il seno è toccato con la mano destra) PROPITIUS. TIBI OFFERO HOC THUS."

Si bruci dell'incenso al Dio della Gens.
Il Paterfamilias tornando verso nord:

"SALVE LAR FAMILIARES (adoratio). SALVETE DI PENATES (adoratio). SALVE GENI (la fronte è toccata con la mano destra). PATRIS FAMILIAS (adoratio). SALVE VESTA MATER (adoratio). VOBIS OFFERO PURE CORDE HUNC PANEM FARREUM ET VOS OMNES DATE MIHI (il seno è toccato con la mano destra) DOMO, FAMILIAE NOSTRAE VALETUDINEM AC FELICITATEM IN OPERE NOSTRO"

Si offra una piccola parte dell'offerta, sia una focaccia, una torta o quant'altro.

"ITA EST!"

Si chieda perdono agli Dei invocati qual'ora ci sia stato anche il più minuscolo errore:

"IUPPITER PATER ET VOS DII INVOCATI, SI QUIDQUAM FUIT VOBIS INGRATUM IN STIME A ME (seno toccato con mano destra) OBLATA, ACCIPETE HOC PIACULUM."

Si offra quindi dell'incenso come piaculum agli Dei nel caso in cui qualcosa sia stata errata o per tutti gli errori involontari nel rito.

"ITA VULTIS ITA EST!"

Il Paterfamilias ruota in senso orario verso il sud, compie l'adoratio e recita:

"QUOD BONUM FAUSTUM FELIX FORTUNATUM SALUTAREQUE SIT MIHI (seno toccato con mano destra) GENTI________ (nome del Genius) AC POPULI ROMANI. ITA EST!"

Si tocchi infine l'altare e si dica:

"ILLICET!"
E' tutto.

Si faccia l'adoratio girando il corpo da destra a sinistra, e si spenga la lucerna o la candela (mai soffiare sulla fiamma).
Il rito è concluso.