LEMVRIA



I giorni 9, 11 e 13 Maggio gli spiriti dei defunti non si accontentano più dei doni che gli vengono lasciati sulle tombe e tentano di invadere le case dei vivi; Ovidio ci descrive nei dettagli il rito per placarli:

Quando è mezzanotte, e il silenzio invita al sonno, e voi avete taciuto, cani e uccelli variopinti
chi è memore dell'antico rito e ha timore degli Dèi
si alza -entrambi i piedi sono privi di calzari-,
e fa segnali serrando le dita con il pollice in mezzo (mimando un fallo che allontana gli spiriti che in quanto asessuati ne restano scandalizzati),
affinché un impalpabile ombra non si faccia incontro a lui silenzioso.
E dopo aver deterso in acqua di fonte le mani, purificandole,
si volta, e prima raccoglie nere fave,
e le getta dietro le spalle, e mentre le getta dice:

HÆC EGO MITTO, HIS REDIMO MEQVE MEOSQVE FABIS
(queste io lancio e con esse redimo me e i miei!)

Ripete questa formula nove volte (numero magico) senza guardarsi alle spalle:
si crede che l'ombra le raccolga e, non vista, lo segua.
Di nuovo egli tocca l'acqua e fa risuonare i bronzi (il fragore provocato dalla percussione di ogetti di bronzo allontana gli spiriti) di Tèmesa, e prega che l'ombra esca dalla sua casa.
Pronunziata nove volte la formula:

MANES EXITE PATERNI
(uscite Mani dei miei Padri!)

Infine si guarda le spalle e giudica il rito compiuto con purezza.