La Tradizione di Numa




Numa Pompilio, secondo Re di Roma, uomo saggio e profondamente pio, ricevette dagli Dèi le istruzioni per organizzare tutto l’apparato religioso romano, e queste norme ci sono state tramandate da molti autori tra i quali Plinio il Vecchio, Cicerone, Festo e Plutarco.
Sono regole che appartengono a una spiritualità arcaica e primordiale molte delle quali dovevano risultare obsolete agli Antichi stessi, ma che rappresentano un pensiero ancora puro in tutta la sua naturalità e incontaminato da influenze straniere:

“Gli Dèi non devono essere rappresentati in forma di uomo o animale, né è permessa qualsiasi immagine dipinta o scolpita di una Divinità durante il rito.”
“Quando si sacrifica agli Dèi Celesti o Inferi che sia in un numero dispari.”
“I Sacrifici non devono essere celebrati col versamento di sangue, ma con farina, vino e offerte frugali.”
“Nessun Sacrificio deve essere effettuato senza la mola salsa (farina salata).”
“Non attizzare il fuoco con la spada.”
“Non dare agli Dèi libagioni di vino da un vitigno potato.”
“Non versare vino su una pira funebre.”
"Volgiti prima a compiere l'adorazione agli Dèi, e solo dopo ti siederai.”
"Quando parti per un viaggio, non guardare dietro di te.”