Approccio alla Religio

La Religione Romana, ovvero Religio, secondo Cicerone è il timore sacro verso il mistero Divino, verso quei luoghi che incutono suggestione, come antichi boschi ombrosi, oscure e inesplorate grotte, sorgenti dall'acqua zampillante: è nella reverenziale paura che si cela la vera fede.
Inoltre cardini della spiritualità Romana e che garantiscono un rapporto tra umani e Dei sono la Fides, l'essenza della preghiera che esprime la lealtà e la solidità dell'impegno; e la Pietas, il dovere e il rispetto che bisogna riservare ai Numi e a tutto ciò che incarnano.

RITO E PREGHIERA: DEFINIZIONE




Il rito è l'atto centrale, ogni parola e gesto è una formula magica potentissima con la quale attiriamo il Numen, è per questo che tutto deve essere preciso, perfetto. Il rito è un meccanismo armonioso che ci collega a un mondo più vasto, così tutto si adegua ad equilibrio matematico. E’ con la logica che si regge il Cosmo, dall’alternarsi dei giorni al grande ciclo dei pianeti, così tramiti ai riti si conformiamo con tutto questo, con le sue fasi, i suoi passaggi.
La preghiera è un momento del sacrificio, essa infatti ha la funzione di presentarlo e di portarlo, concretamente, alla Divinità.

La preghiera romana è fondata sul carmen, una prosa ritmica. È un invocazione formulare, con dodici stilistici propri, sostenuta da ripetizioni, allitterazioni, da raggruppamenti binari o ternari.
Si comincia con un invocazione, essenziale per specificare il Dio e attirarne l’attenzione. Poi viene la richiesta formulata in modo  iterativo, incantatorio, affinché sia efficace:  due coppie di sinonimi – in successione due verbi e due aggettivi – e quindi un gruppo tripartito di sostantivi che indica i beneficiari per i quali si sollecita la benevolenza del Dio.
MACTE ESTO (sii accresciuto, recita il sacrificante che con la sua offerta ridona vitalità e forza al Dio)
Il sacrificio antico è anche, e soprattutto, convivialità, comunione col Divino. Ecco il perché dei banchetti.

L'Antica Religione Romana era consapevole della sacralità delle azioni: la stessa parola della persona era sacra perché impegnava tutta la persona nelle azioni. Il Sentiero d'Oro è l'incontro con gli Dèi in ogni azione della nostra vita.
Il Sentiero d'Oro è l'insieme delle relazioni Sacre che un individuo costruisce con il mondo in cui vive. Quand'è che un'azione è Sacra? Quando nell'azione c'è la consapevolezza che con quell'azione "SI PRODUCE QUALCHE COSA". Ci sarà un effetto. Si genera un aspetto di futuro o un futuro possibile. Così gli Dèi concorrono in ogni azione che facciamo ed ogni azione che facciamo manifestiamo il dio dentro di noi.




L'APPROCCIO COL DIVINO: L'ADORATIO E COME PRESENTARSI




"... e velato il capo d'un candido velo, sollevò le mani già ben note agli Dèi.." (Ovidio, Fasti)

Prima di tutto è fondamentale ricordare che al cospetto degli Dei bisogna coprire la testa con il lembo della toga, o preferibilmente più semplicemente e più pratico un velo bianco (Capite Velato), e compiere delle abluzioni prima di iniziare recitando le preghiere appropriate.
Gli Dei vanno salutati in un modo particolare, detto ADORATIO, e vi sono vari modi di eseguirla: baciare l'indice e il pollice uniti a mo di "pinza" come se si volesse "catturare" il bacio per poi lanciarlo verso l'altare; baciare il palmo della mano destra; salutare romanamente con il braccio piegato a 45°, il palmo della mano verso l'altare con le falangi serrate e il pollice staccato (come viene raffigurato su innumerevoli sculture e rilievi); portare la mano o il pugno al cuore. Sempre e comunque si tratta della mano destra, la mano della Bona Fides.
L'Adoratio è un gesto di omaggio, ossequio e giuramento e va eseguito verso la Divinità durante il rito (di solito quando vi si pronuncia il nome), o tutte le volte che la nostra sensibilità religiosa ci fa avvertire il bisogno di rendere onore a un posto particolare, come quando si passa davanti a un altare, un antico luogo o un bosco.